Il Governo, nel corso dell’incontro con i sindacati, del 15 febbraio, ha aperto alla possibilità di introdurre una maggiore flessibilità in uscita prevedendo però il ricalcolo contributivo della pensione, ipotesi ritenuta troppo penalizzante dalle Parti sociali. Va ricordato come nella propria piattaforma i sindacati proponevano, invece, la possibilità di andare in pensione con 41 anni di contributi, fattispecie considerata tuttavia eccessivamente onerosa. L’Esecutivo ha poi manifestato la disponibilità a ragionare sulla revisione dei coefficienti di trasformazione e sulla possibilità di ridurre la soglia di 2,8 volte l’assegno minimo per chi è interamente nel sistema contributivo e vuole accedere al pensionamento a 64 anni. Tra gli altri punti in discussione, la possibilità di introdurre una pensione contributiva di garanzia per giovani e donne.