La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 10267 del 2024, ha confermato l’esistenza del danno professionale da inattività prolungata di una lavoratrice in CIGS. Ciò sulla base dell’applicazione di criteri di rotazione dei lavoratori in cassa integrazione considerati illegittimi. Per questo motivo, il datore di lavoro è stato sanzionato al pagamento di una somma pari al 30% della retribuzione mensile netta, proprio a titolo di danno alla professionalità della lavoratrice, per l’intero periodo di illegittima sospensione. Nel caso di utilizzo di ammortizzatori sociali, è fondamentale, quindi, valutare preliminarmente alcuni aspetti. Quali criteri di rotazione occorre applicare? Quanto importante risulta coinvolgere le rappresentanze sindacali al riguardo? Con che tempistiche occorre procedere alla comunicazione ai dipendenti?