La diffida accertativa, ancorché abbia acquisito valore di titolo esecutivo, non impedisce al datore di promuovere un’azione giudiziale volta a contestare l’accertamento in essa contenuto. E’ quanto deciso dalla Corte di Cassazione con l’ordinanza n. 23744 del 2022. In particolare, la circostanza che la diffida acquisti il valore di titolo esecutivo non determina un passaggio in giudicato dell’accertamento in essa contenuto, che può sempre essere contestato. Secondo la Suprema Corte, infatti, la mancata opposizione alla diffida accertativa od il rigetto della stessa in via amministrativa, non precludono in alcun modo al datore di contestare in giudizio l’esistenza del diritto in essa riportato.