I contratti a termine rappresentano lo strumento più flessibile che viene incontro alle esigenze di impiego temporaneo del datore di lavoro. In questo caso è previsto però l’obbligo per l’azienda di versare un contributo addizionale pari all’1,40%, maggiorato dello 0,5 a ciascun rinnovo dei contratti a tempo determinato. Alla luce anche delle novità introdotte dal decreto Milleproroghe 2025 il datore di lavoro nella scelta della tipologia contrattuale con cui assumere un lavoratore deve fare una valutazione di convenienza tra la scelta del contratto a termine o di quello a tempo indeterminato. Quale delle due tipologie contrattuali permette di risparmiare di più?