Il periodo di prova ha lo scopo di permettere a datore di lavoro e dipendente di valutare la convenienza del rapporto di lavoro. In particolare, il decreto Trasparenza è intervenuto in materia prevedendo che il periodo di prova nel rapporto di lavoro a tempo determinato deve essere stabilito in misura proporzionale alla durata del contratto e alle mansioni da svolgere in relazione alla natura dell’impiego. Disposizione che, se valutata con riferimento ai lavoratori a tempo indeterminato, potrebbe far sorgere l’”ombra” di una disparità di trattamento tra lavoratore a termine e indeterminato, in quanto quest’ultimo dovrà essere soggetto ad un periodo di prova maggiore rispetto ad un lavoratore con contratto a termine. Stesso problema raffrontando un contratto full-time con un contratto part-time. Cosa dice la giurisprudenza sul riproporzionamento del periodo di prova?