Mansioni del lavoratore nelle (nuove) organizzazioni aziendali: la contrattazione collettiva deve cambiare passo

Parlare di mansioni del lavoratore significa confrontarsi con la norma che ha avuto, nel corso degli ultimi decenni, la maggiore portata innovativa inespressa del diritto del lavoro. La ragione di questa affermazione si comprende se si considera che la riforma del 2015 ha istaurato un legame fra le norme che regolano la gestione del rapporto di lavoro ed il tema sempre più importante dell’organizzazione imprenditoriale, con il conseguente superamento del concetto di equivalenza delle mansioni e della possibilità di procedere, a determinate condizioni e limiti, al demansionamento unilaterale. In entrambi i casi, però, la tutela del lavoratore deve essere contemperata con quella dell’azienda attraverso la mediazione ed il ruolo delle organizzazioni sindacali. Contrattazione, che, al momento e salvo alcune limitate ipotesi, ha scelto di non esplorare fino in fondo le opportunità che il legislatore ha messo a disposizione. In una visione prospettica è necessario un cambio di passo per sfruttare le opportunità offerte dalla formulazione della norma: è sufficiente guardare a cosa è avvenuto nelle organizzazioni aziendali a seguito della pandemia ed a cosa è facile preconizzare avverrà con l’introduzione delle intelligenze artificiali generative.

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