E’ sempre “acceso” il dibattito parlamentare sull’introduzione del salario minimo in Italia. Dopo l’approvazione della legge di delegazione europea 2022 – 2023, per il recepimento della direttiva europea 2022/2041, è stato presentato alla Camera il disegno di legge n. 1275. Se da un lato tutti sembrano concordare sull’opportunità di stabilire una retribuzione minima oraria per la realizzazione di un mercato del lavoro più inclusivo, equo e paritario, dall’altro si prospettano dei problemi interpretativi ed organizzativi. Proprio il sistema lavoristico italiano rende, infatti, difficile l’applicazione del salario minimo per legge, stante la forte presenza della contrattazione collettiva. Inoltre, un salario minimo stabilito per legge potrebbe addirittura indurre ad un abbassamento dei salari contrattuali. In definitiva, quali sono le principali criticità da risolvere?