Incrementare l’inclusione sociale e superare l’esperienza del reddito di cittadinanza. E’ uno degli obiettivi del decreto Lavoro. Il dibattito pubblico si è articolato fra pro e contro. Ma se si accetta l’idea che tutte le misure d’inclusione sociale, che si chiamino assegno d’inclusione o reddito di cittadinanza, sono espressione dell’etica sociale del nostro ordinamento e della Costituzione che ad esso presiede, occorre interrogarsi sull’impatto che determinate politiche di sostegno al reddito hanno avuto, hanno ed avranno sulla tenuta dell’attuale assetto democratico della società civile. Venendo al merito delle norme introdotte dal D.L. n. 48/2023 appare evidente che la differenza di approccio rispetto al reddito di cittadinanza si colloca sul tema della platea dei destinatari delle misure e, quindi, sulla differenza fra occupabili e non. Cosa è importante?