Quando il rapporto di lavoro non è a tempo indeterminato, occorre valutare con attenzione quale tipologia contrattuale, tra quelle flessibili previste dal nostro ordinamento giuslavoristico, si presta meglio a soddisfare le esigenze del datore di lavoro in relazione alla misura e alle caratteristiche qualitative della prestazione che il lavoratore è chiamato a svolgere. Quali sono i criteri di riferimento da tenere in considerazione per fare la scelta migliore? Quali sono i vantaggi e gli svantaggi di queste tre forme contrattuali?