In contesti aziendali sempre più dematerializzati, potrebbe diventare prassi affidarsi, a sistemi di intelligenza artificiale per compiere attività di gestione sempre più complesse, quali i colloqui, attraverso chatbots o software di riconoscimento emotivo, fino ai processi di valutazione e alla gestione dei piani di esubero. Quando si toccano alcuni aspetti di gestione del rapporto di lavoro che sono sempre stati appannaggio esclusivo dell’intelligenza umana, nascono interrogativi etici e giuridici. Quale sarà il compito del diritto? Regolare sia i tradizionali rapporti tra l’impresa e i dipendenti, sia quelli tra dipendenti “umani” e dipendenti “artificiali”, fornendo anche ai produttori le linee guida fondamentali per la programmazione delle intelligenze artificiali che potrebbero essere chiamate con sempre maggiore frequenza ad affiancare gli uomini nei contesti aziendali.