Un compenso proporzionato alla quantità e alla qualità del lavoro svolto, al contenuto e alle caratteristiche della prestazione professionale: è quello che deve essere riconosciuto ai professionisti, non di rado esposti in situazioni di squilibrio contrattuale con clienti forti (PA, banche, assicurazioni, imprese con più di 50 dipendenti o con un fatturato superiore a 10 milioni di euro). Gli accordi in violazione della disciplina in materia di equo compenso determinano la nullità – rilevabile d’ufficio e a vantaggio del professionista – delle relative clausole, con conseguente conservazione delle altre parti del contratto. Lo prevede il disegno di legge sull’equo compenso che, dopo l’approvazione all’unanimità alla Camera, passa all’esame del Senato per il via libera definitivo.