La direttiva sulla parità in materia di sicurezza sociale osta a una disposizione nazionale che esclude le prestazioni di disoccupazione dalle prestazioni di sicurezza sociale riconosciute ai collaboratori domestici da un regime legale di sicurezza sociale, qualora tale disposizione ponga in una situazione di particolare svantaggio i lavoratori di sesso femminile rispetto ai lavoratori di sesso maschile, e non sia giustificata da fattori oggettivi ed estranei a qualsiasi discriminazione fondata sul sesso. E’ quanto ha dichiarato la Corte di Giustizia UE nella sentenza del 24 febbraio 2022 relativa alla causa n. C-389/20.